Ansia

Sei molto spesso agitato o preoccupato che possa succede qualcosa di terribile a te o ai tuoi cari? Hai paure immotivate? 
Provi paura nell’affrontare situazioni sociali? Hai crisi di ansia potentissima con disturbi fisici che ti fanno pensare che stai per morire?

Affronta e risolvi il tuo disagio ora. Chiedi aiuto a uno psicologo.

Cos’è l’ansia?

L’ansia è uno stato psicologico di tensione, incertezza, paura, preoccupazione.
Tali vissuti sono legati alla difficoltà di previsione e controllo degli avvenimenti futuri, che costituiscono una minaccia per la sicurezza della persona. 
L’ansia è la sensazione di attesa dell’evento minaccioso.

Spesso è accompagnata da sintomi fisici come tachicardia, tremori, nausea, aumento della sudorazione, brividi, disturbi gastro-intestinali.

L’ansia è uno stato di tensione emotiva, utile in natura per preparare alla fuga o all’attacco in situazioni di reale pericolo.

Nell’uomo è una risorsa per migliorare le prestazioni come ad esempio durante un esame ma è dannosa quando diventa eccessiva, ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni.
Allora siamo di fronte ad un problema o ad un vero e proprio disturbo d’ansia, che può complicare notevolmente la vita di una persona e renderla incapace di affrontare anche le più comuni situazioni. 

L’ansia generalizzata è aspecifica, cioè non è concentrata o causata da un particolare oggetto o situazione, non ha un oggetto specifico e si presenta in circostanze estremamente differenti tra loro.

Le persone che ne soffrono manifestano uno stato di allarme e di tensione costante e la preoccupazione può riguardare ambiti molto vari quali la salute, il denaro, la famiglia, le proprie prestazioni…

Questo disturbo è tra i più frequenti nella popolazione, soprattutto nelle donne e crea una grossa invalidazione ma viene spesso sottovalutato.

Ansia sociale

L’ansia sociale consiste in un’eccessiva ansia nel relazionarsi con altri o nell’affrontare situazioni sociali, paura di essere giudicati o presi in giro, di fare brutte figure, di comportarsi in modo sconveniente o di essere rifiutati.

Glia litri vengono immaginati come giudicanti e se stessi come inadeguati e non all’altezza.

Spesso porta all’evitamento delle relazioni e delle situazioni sociali con forte limitazione della vita quotidiana.

Ansia da prestazione

L’ansia da prestazione è caratterizzata dal timore di non essere all’altezza di ciò che si dovrà fare e la relativa paura di fallire, di non riuscire.

Può manifestarsi nell’ambito della scuola e dello studio, del lavoro, dello sport…

Prima di una prestazione di qualsiasi tipo (come un esame o una gara) l’ansia può essere considerata normale, fisiologica. Tuttavia, diventa patologica quando è eccessivamente intensa, o c’è dietro un obiettivo irrealistico di perfezione che rende inaccettabile qualsiasi risultato non ideale. Spesso c’è un notevole timore del giudizio altrui oltre al perfezionismo

Attacchi di panico

L’attacco di panico è un fenomeno preciso, di breve durata, nel quale la persona sente un’intensa paura e terrore, spesso con una sensazione di catastrofe o morte imminente.
Durante questi attacchi sono presenti sintomi come tachicardia, dolore o fastidio al petto, vertigini, sudorazione, sensazione di asfissia o di soffocamento, e paura di “impazzire”, di perdere il controllo o di morire.

L’attacco di panico solitamente ha esordio improvviso, senza alcun preavviso e dura pochi minuti (5/15) ma in alcuni casi anche ore.

Il meccanismo su cui si basano gli attacchi di panico parte dalla percezione di uno stimolo spesso una sensazione fisica negativa che viene interpretata come minaccia, come pericolo. Si innesca uno stato di ansia che attiva i meccanismi fisiologici che predispongono alla fuga e quindi tutti i sintomi fisici come tachicardia, sudorazione, affanno, etc… tali sintomi vengono a loro volta interpretati come pericolo, in modo catastrofico con pensieri tipo “sto per morire”, “sto per impazzire”, “sto avendo un’infarto”. Si crea un circolo vizioso per cui questi pensieri aumentano l’ansia che fa aumentare i sintomi fisici. 

Fortunatamente l’ansia non cresce all’infinito e pian piano la crisi passa.

Spesso dopo un primo attacco si instaura la paura della paura e un meccanismo di evitamento: la persone comincia a vivere con il terrore che esso possa ricapitare e ad evitare situazioni e luoghi che in qualche modo sono collegati all’episodio di panico o che temono potrebbe causarne un’altro.  
In questo modo la loro vita sociale e i loro spostamenti diventano sempre più complessi e limitati nel tempo.

L’Agorafobia è collegata agli attacchi di panico: è la paura forte e paralizzante e l’evitamento verso luoghi o situazioni ampi, estranei, affollati dai quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi o ricevere aiuto in caso di un attacco di panico.

Le persone con tale fobia evitano di frequentare luoghi che creano loro ansia, come chiese, bar, pizzerie, autostrade, cinema, etc… o si fanno accompagnare da qualche persona di fiducia e si posizionano nelle vicinanze delle uscite. Inoltre spesso non riescono ad allontanarsi troppo dalla propria casa e frequentano solo posti vicini.

Quindi spesso il disturbo rende la persona dipendente da altri, poiché l’essere accompagnati risulta rassicurante rispetto allo spostarsi da soli.

 

Cosa fare durante un attacco di panico?

  • Respirazione: inspirare con il naso contando lentamente fino a tre, facendo gonfiare  l’addome.Espirare lentamente con la bocca,“svuotando” l’addome, contando sempre fino a tre.
  • Allontanarsi momentaneamente e calmarsi poi tornare.
  • Distrarsi spostando l’attenzione su altro rispetto ai sintomi fisici e mentali.
  • Concentrare l’attenzione su un compito concreto: contare da 10 a 0, canticchiare una canzone, dipingere, leggere…
  • Parlare con qualcuno o telefonare a un amico.
  • Strategie sensoriali: servono a spostare l’attenzione dai sintomi interni al mondo esterno. Concentratevi su quanto accade intorno a voi, percepite attentamente la realtà che vi circonda con tutti i sensi (osservate, annusate i profumi, toccate le diverse superfici…).
  • Camminare o fare movimento
  • Tecniche immaginative: immaginare una situazione rilassante sicura, piacevole, positiva, in modo vivido e particolareggiato coinvolgendo tutti i sensi.
  • Rilassamento muscolare: alterna contrazione e rilassamento di alcune parti del corpo (bocca, braccia, le mani, le natiche, gambe e piedi). Contrai i muscoli, mantieni la tensione per 5-10 secondi e dopo rilassali.

Gran parte della mia vita è stata spesa a preoccuparmi di cose che non sono mai accadute”
Mark Twain

 

Dr. Maria Enrica Parolini

Psicologa clinica

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