L’autismo è un disturbo del neuro-sviluppo che ha esordio nella prima infanzia anche se può essere diagnosticato molto più tardi.
I sintomi si manifestano generalmente entro i primi 3 anni di vita. Alcuni bambini manifestano segni evidenti già nei primi mesi di vita.
Viene definito spettro autistico poichè è una condizione che varia notevolmente da una persona all’altra e ha diversi livelli di gravità.
Questa condizione comporta:
- deficit nel linguaggio e nella comunicazione
- difficoltà relazionali e nell’interazione sociale
- comportamenti ripetitivi e stereotipati e interessi ristretti.
- Deficit nel linguaggio e nella comunicazione
Spesso questi bambini hanno un ritardo nell’acquisizione del linguaggio, iniziano a parlare dopo i 2 anni.
Nei casi più gravi non parlano o hanno difficoltà a pronunciare suoni e parole. Possono avere un linguaggio inusuale, ad esempio ripetendo frasi che hanno sentito (ecolalia).
Nei casi meno gravi hanno un linguaggio molto sviluppato, usano termini complessi e fanno discorsi molto articolati. Di contro hanno difficoltà a comunicare in contesti sociali. Spesso hanno un’intonazione di voce insolita, sono prolissi, risultano pedanti e troppo formali.
Inoltre le persone autistiche hanno difficoltà nel linguaggio non verbale. Faticano a capire e ad utilizzare i segnali comunicativi, mostrano difficoltà con la gestualità, il tono della voce e le espressioni facciali. Anche i doppi sensi, i modi di dire e l’ironia non vengono compresi, poichè prendono alla lettera ciò che viene detto. Molti evitano il contatto oculare e ciò rende difficile capire le intenzioni comunicative dell’altro.
Soprattutto le persone asperger hanno difficoltà nel comprendere e partecipare a interazioni sociali.
Ignorano le convenzioni sociali e le regole della comunicazione. Ad esempio possono non rispettare i turni di parola, interrompere gli altri durante la conversazione. Inoltre fanno lunghi monologhi su argomenti per loro assorbenti ma che agli altri non interessano.
- Difficoltà relazionali e nell’interazione sociale:
Le persone con autismo hanno una preferenza per attività solitarie. Tendono a stare da sole, a giocare o lavorare per conto loro e a evitare attività di gruppo.
Alcuni non cercano l’interazione con gli altri perchè sono disinteressati alle persone e più interessate agli oggetti. Alcuni invece desidererebbero creare rapporti sociali ma non ne hanno le competenze. Hanno difficoltà a costruire e mantenere relazioni adeguate alla loro età. Faticano a fare amicizia e ad avere relazioni intime. Spesso inoltre non condividono con gli altri i loro interessi.
- Comportamenti ripetitivi e interessi ristretti:
Molte persone nello spettro autistico hanno comportamenti ripetitivi e stereotipati.
Alcuni individui autistici compiono movimenti ripetitivi del corpo (stimming) come il dondolarsi o agitare le mani o girare su se stessi. Questi possono avere una funzione di autoregolazione, aiutano a gestire lo stress e a calmarsi.
Un altro comportamento ripetitivo è anche l’ecolalia, cioè ripetizione continua di parole o frasi sentite da altri.
Nei bambini spesso anche il gioco è ripetitivo e insolito, come allineare oggetti invece di usarli per giochi simbolici.
Inoltre hanno una grande rigidità, hanno bisogno di una routine fissa e immodificabile, come percorrere sempre la stessa strada o mangiare sempre gli stessi cibi. Inoltre hanno reazioni di grande disagio di fronte a cambiamenti anche minimi o a novità.
Le persone autistiche spesso hanno interessi molto ristretti, limitati ad un argomento spesso particolare e insolito (astronomia, dinosauri, numeri, treni etc…). Vi danno enorme importanza e vi dedicano moltissimo tempo. Alcuni approfondiscono tanto un argomento da diventarne esperti, come dei “piccoli professori”.
- Differenze sensoriali
Altra caratteristica importante dell’autismo è l’iper-sensibilità agli stimoli come rumori, luci, odori, sapori o texture.
Ciò può portarli a evitare o mal tollerare ambienti molto stimolanti come la scuola, le feste o i centri commerciali.
Al contrario alcuni individui autistici hanno un’ipo-sensibilità agli stimoli, ad esempio al dolore o al caldo e al freddo.
L’ipersensibilità insieme alla rigidità possono determinare un’altra caratteristica molto diffusa nelle persone autistiche (60%) ovvero la selettività alimentare: tendono a mangiare sempre i soliti pochi cibi e a rifiutare di assaggiare qualsiasi cibo nuovo.
Sintomi correlati
- Ansia e depressione
E’ molto comune nell’adolescenza e in età adulta che le persone autistiche manifestino disturbi d’ansia soprattutto legata a situazioni sociali. Anche la depressione è frequente ed è legata alla bassa autostima, al sentirsi “diversi”, e alle difficoltà sociali.
- Disturbi del sonno
Molti bambini e anche adulti autistici hanno problemi legati al sonno. Spesso fanno fatica ad addormentarsi, si risvegliano di frequente e hanno una bassa qualità del sonno.
- Disturbi gastrointestinali
Molte persone con autismo hanno una particolare sensibilità alimentare. Ciò li porta a soffrire di problemi digestivi, diarrea o costipazione.
- Disturbi dell’attenzione e iperattività- ADHD
Nell’autismo si riscontrano spesso difficoltà a concentrarsi, impulsività e iperattività.
Cause dell'autismo
Le cause dell’autismo non sono completamente comprese.
Si ritiene che sia il risultato di una combinazione di fattori genetici e ambientali.
Le ricerche indicano che mutazioni di diversi geni, ereditabili o spontanee, possono giocare un ruolo significativo nello sviluppo dell’autismo. Tuttavia, non esiste un singolo gene che possa essere considerato responsabile e la genetica dell’autismo è complessa.
Anche fattori ambientali potrebbero aumentare il rischio di sviluppare autismo. Tra questi vi sono infezioni prenatali, esposizione a sostanze tossiche durante la gravidanza, assunzione di alcool da parte della madre, basso peso alla nascita e l’età avanzata dei genitori.
È importante sottolineare che non esiste alcuna prova scientifica a sostegno della teoria che i vaccini causino autismo, una convinzione che è stata ampiamente confutata dalla comunità scientifica.
Epidemiologia dell'autismo
Si stima che circa 1 bambino su 68 rientri nello spettro autistico. Nel mondo ci sarebbero circa 500.000 persone autistiche.
Questo dato è molto probabilmente sottostimato poichè soprattutto nelle forme lievi c’è una certa difficoltà a diagnosticare questo disturbo, gli stessi genitori o insegnanti possono non coglierne i segnali.
L’autismo è più diffuso nei maschi che nelle femmine, con un rapporto di 1:4 nelle forme gravi e di 1:10 nelle forme ad alto funzionamento.
Questo gap non trova riscontro nella clinica, in cui il rapporto sembra di 1:1, è dovuto principalmente al fatto che le femmine sono molto più brave a nascondere i sintomi autistici per apparire normali e non subire discriminazioni.
Lo spettro autistico
Oggi è più corretto parlare di Spettro autistico piuttosto che di autismo, essendo una condizione molto complessa e sfaccettata, poichè c’è una grandissima variabilità nelle caratteristiche dei soggetti autistici e diversi livelli di gravità.
Lo spettro autistico potrebbe essere rappresentato su una linea che va dalla normalità alle forme ad alto funzionamento o Sindrome di Asperger, a forme di media gravità a forme molto gravi, con compromissione molto forte del funzionamento.
Vengono identificati 3 livelli di gravità:
- Livello 1: Sindrome di Asperger o autismo ad alto funzionamento, con assenza di deficit cognitivi, intelligenza normale o superiore alla media (QI normale o alto), linguaggio molto sviluppato, ma molto formale, prolisso e con intonazioni strane. E’ necessario un sostegno.
- Livello 2: deficit cognitivi, intelligenza sotto la media, difficoltà di linguaggio, utilizzo di frasi semplici. E’ necessario un sostegno significativo.
- Livello 3: deficit intellettivi marcati (QI molto sotto la media), assenza di linguaggio verbale o linguaggio limitato a poche parole. Forte isolamento e grave compromissione del funzionamento globale. E’ necessario un sostegno molto significativo.
Ogni persona autistica è unica e diversa dalle altre, con i suoi ponti di debolezza e di forza, pur avendo alcune caratteristiche comuni.
L’autismo non deve essere considerato come una malattia da curare, ma come un diverso modo di essere, che va compreso, accettato e rispettato, non soltanto modificato.
Un obiettivo importante è di aumentare sempre di più la comprensione e la consapevolezza dell’autismo da parte della società e favorire l’inclusione sociale, soprattutto a livello scolastico e lavorativo.